INFO cursore
Atari è una parola giapponese usata nel gioco strategico Go quando una pietra o un gruppo di pietre sta per essere preso dall'avversario; essendo appassionati di questo gioco, Nolan Bushnell e Ted Dabney scelsero questo nome aggressivo quando nel giugno del 1972 fondarono Atari Inc. a Sunnyvale, in California, investendo ciascuno 250 dollari.
L'anno precedente i due ingegneri avevano realizzato il primo videogioco da bar funzionante con monete, Computer Space, una versione del gioco Spacewar! programmato da Steve Russel nel 1961 per un costosissimo computer del MIT, che però non ebbe il successo sperato essendo troppo complicato per i giocatori occasionali.
Assistendo a una dimostrazione della prima console casalinga, Magnavox Odissey di Ralph Baer, Bushnell rimase colpito dalla semplicità di un gioco simile al ping pong; incaricò quindi Allan Alcorn, il nuovo capo ingegnere di Atari, di progettarne una versione da bar.
Il gioco, in parte simile allo squash visto che la palla rimbalzava sui lati con varie angolazioni, riuscì talmente bene che Bushnell decise di produrlo direttamente; commercializzato a partire dal novembre del 1972, riscosse un grande successo.
Nutting Associates Computer Space (1971), Atari Pong (1972), logo Atari Inc.
Nutting Associates Computer Space (1971), Atari Pong (1972), logo Atari Inc. (1973)
In seguito molti copieranno Pong, per cui Atari dovette continuamente produrre novità: prima versioni di Pong migliorate, successivamente differenti giochi da bar e varie versioni casalinghe di Pong (1975, anch'esse clonatissime).
Secondo il suo ideatore George Opperman, al quale Atari lo commissionò, l'iconico logo nacque dal tentativo di realizzare una "A" stilizzata, poi modificata traendo ispirazione proprio dal gioco Pong. Bushnell e l'allora direttore creativo di Atari George Faraco sono invece convinti che questa e altre spiegazioni dell'origine del logo siano state inventate successivamente.
Tra i tanti giochi da bar sfornati ci fu Breakout (1976), ideato da Bushnell e alla cui progettazione contribuirono Steve Jobs e Steve Wozniak (Jobs fondamentalmente si occupò di intascare i soldi all'insaputa dell'amico!).
Progettare e produrre un gioco arcade, il cui successo era comunque limitato a pochi mesi, costava parecchio per cui già a partire dal 1975 Atari iniziò a lavorare ad una piattaforma che potesse durare nel tempo grazie a cartucce intercambiabili.
Atari non disponeva della liquidità necessaria per portare a termine questo progetto (denominato "Stella" dal nome della bicicletta di Alcorn) per cui nel novembre del 1976 Bushnell dovette venderla (per 28 milioni di dollari) a Warner Communications, un colosso del tempo (e di oggi col nome di Time Warner), mantenendo comunque il ruolo di amministratore delegato.
Decine di milioni di dollari permisero di avviare, ad inizio agosto 1977, la commercializzazione dell'Atari VCS, Video Computer System, in seguito denominata 2600 (CX2600 era il suo codice di ricambio), non la prima console con microprocessore della storia (nel 1976 uscì la Fairchild Channel F) ma sicuramente la più famosa e longeva.
Apro una doverosa parentesi per precisare che la console non fu commercializzata l'11 settembre 1977 come si vede spesso, anche in fonti generalmente autorevoli. L'errore probabilmente nasce da una frase presente nel libro del 2012 "Atari Inc.: Business Is Fun" del compianto Curt Vendel e di Marty Goldberg (ottimo volume che contribuii a finanziare). Vi si legge, sotto la riproduzione di un annuncio pubblicitario: "the very first newspaper ad for the VCS. It was available through San Francisco area Macy's and Sears on September 11th, 1977". La frase è ambigua ed è stata interpretata nel senso non voluto dagli autori, che successivamente hanno più volte chiarito che la console era in vendita già da metà agosto e che dopo la pubblicazione del loro libro sono state reperite altre pubblicità apparse prima dell'11 settembre. Secondo il Television Digest del 13 giugno, al Consumer Electronic Show dello stesso mese Atari annunciò che la console appena presentata sarebbe stata disponibile in luglio, in quello del 1° agosto si legge che Atari aveva iniziato a distribuire le prime unità. A livello di pubblicità, ce ne sono due datate 1° agosto pubblicate su giornali di San Diego e San Mateo. Pertanto la data dell'11 settembre è assolutamente sbagliata, anche a livello simbolico. Purtroppo è assurta a data di lancio, cosa assurda se si considera che ai tempi non c'erano date ufficiali di lancio, i prodotti venivano via via spediti a distributori e venditori.
Subito dopo i progettisti del VCS si rimisero al lavoro per sviluppare i chip per una console di nuova generazione.
Nel 1977 gli "home computer", Apple II, Commodore PET e Tandy Radio Shack TRS-80, iniziarono a diffondersi anche nelle abitazioni.
Nel 1978 Atari produsse una versione portatile del suo gioco da bar touch-me (1974), dove bisognava ricordare e riprodurre una sequenza sempre più lunga di colori; fu però battuta sul tempo da Baer che progettò Simon per Milton Bradley, una versione migliorata di questo gioco con colori, note musicali e grandi tasti che avrà un grande successo.
Sears Atari Pong (1975), Atari Video Computer System (1977), Atari Touch Me (1978)
Sears Atari Pong (1975), Atari Video Computer System (1977), Atari Touch Me (1978)
Raymond E. Kassar, in Atari dal marzo 1978 col ruolo di presidente della Divisione consumer e dal dicembre come nuovo amministratore delegato al posto di Bushnell (che non condivideva la linea della proprietà Warner), colpito dai profitti ottenuti da Apple durante il primo anno di vita del suo Apple II, decise di utilizzare la tecnologia in fase avanzata di sviluppo per la nuova console per una linea di computer ("progetto Colleen").
È curioso notare come nel 1976 Jobs e Wozniak mostrarono ad Alcorn un prototipo del loro Apple ma Atari, pur apprezzandolo, declinò l'offerta pensando di non avere la forza necessaria per entrare in questo nascente nuovo mercato.
Il progetto Colleen si evolse in "Candy" e "Colleen", i nomi in codice (ispirati da due segretarie) dei due nuovi computer che vennero presentati al Consumer Electronic Show di Las Vegas nel gennaio del 1979 e iniziarono ad essere commercializzati a novembre: l'Atari 400 (così chiamato perché doveva avere 4KB di memoria RAM), destinato alla fascia bassa del mercato, dotato di una tastiera in membrana e di 8KB di memoria (poi saliti a 16KB), costava 549.99 dollari; l'Atari 800, sempre con 8KB di memoria (ma facilmente espandibile a 48KB), 999.99 dollari.
Atari 400 e 800 (1979) con accessori
Atari 400 e 800 (1979) con accessori
È interessante rilevare che quando IBM valutò il suo ingresso nel promettente mercato dei personal computer, il dirigente William C. Lowe (considerato il padre del PC IBM) sostenne che, a causa della cultura dell'azienda, c'erano solo due possibilità: creare un team di sviluppo completamente esterno, oppure comprare hardware e software da una società che già li produceva o acquisire la società stessa. In effetti come ricorda Kassar, nel 1979 Lowe contattò Atari ed ebbe due incontri. L'accordo non venne trovato, secondo Steve Mayer (fondatore di Cyan Engineering, uno dei progettisti della console VCS e dei computer Atari, programmatore di videogiochi e dirigente Atari), che pure incontrò IBM, per via del design proprietario degli Atari e dell'output video di 40 colonne, inadatto per l'ambito professionale.
Nell'ottobre 1982 Atari lanciò la console 5200 SuperSystem, che condivideva l'hardware dell'Atari 400 ma le cui cartucce erano incompatibili.
Nel marzo 1983 arrivò l'Atari 1200XL, al prezzo di 899.99 dollari, ma fu prodotto solo per pochi mesi: a parte il nuovo design, le sue caratteristiche (e alcune sue magagne) non giustificavano un prezzo molto superiore ai meno di 500 dollari ora necessari per portarsi a casa l'Atari 800.
Atari 5200 (1982) e Atari 1200XL (1983)
Atari 5200 (1982) e Atari 1200XL (1983)
Sotto il nuovo amministratore delegato James J. Morgan, a fine anno furono lanciati gli Atari 600XL (16KB), 199 dollari, e 800XL (64KB), 299 dollari, quest'ultimo il modello più diffuso tra gli 8 bit Atari, che sostituivano gli Atari 400 e 800. La loro scarsa disponibilità durante le festività natalizie non permise di contrastare efficacemente il Commodore 64, che diventerà il più venduto 8 bit.
Atari 600XL e 800XL (1983)
Atari 600XL e 800XL (1983)
A seguito del famoso crollo del mercato americano delle console iniziato alla fine del 1983 (causato dalla massiccia presenza di giochi di scarsa qualità e dalla diffusione dei versatili home computer), Atari Inc. navigava in cattive acque; nel luglio 1984 Warner vendette i settori computer e console a Tramel Technology Ltd. di Jack Tramiel (1928-2012), il fondatore ed ex presidente di Commodore International, il quale fondò Atari Corp.
È interessante notare che in Europa, dove gli home computer detenevano fette importanti del mercato dei videogiochi, il crollo americano non ebbe ripercussioni.
Al CES del gennaio 1985 venne presentata la serie XE (Xl Extended), con un nuovo design e maggiore memoria; il 130XE (128KB) fu commercializzato ad aprile al prezzo di 149.95 dollari, il 65XE (64KB) solo nella primavera dell'anno seguente a 99.95 dollari poiché c'erano ancora scorte invendute di 800XL.
Atari 65XE e 130XE (1985)
Atari 130XE (1985), esternamente identico al 65XE
Atari, così come Commodore, era però ormai concentrata sullo sviluppo di un computer basato sul microprocessore Motorola 68000 a 16/32 bit, dotato di un'interfaccia grafica e con capacità multimediali, che potesse competere con l'Apple Macintosh (1984) grazie anche ad un prezzo inferiore (lo slogan di Tramiel era "computers for the masses, not the classes").
Nel luglio 1985 fu lanciato l'Atari 520ST, il primo computer con interfaccia grafica a colori, visto che l'Amiga 1000 arrivò due mesi dopo.
Commodore Amiga che è il vero discendente degli 8 bit Atari. Infatti i progettisti di Stella e Colleen lasciarono Atari e nel 1982 fondarono Hi-Toro, in seguito denominata Amiga Corporation, al fine di produrre un avanzato chipset ("Lorraine", di nuovo un nome femminile) per una console/computer basata sul microprocessore 68000. Non avendo i fondi necessari per portare a termine il progetto, intervenne Atari che in cambio di un prestito ottenne l'esclusiva su questa nuova tecnologia che doveva essere impiegata sul nuovo 1850XLD. Nel 1984 però Amiga fu acquistata da Commodore e Atari, invece del nuovo chipset, ricevette solo il rimborso di quanto investito.
L'Atari ST ("sixteen/thirty-two") invece fu progettato a tempo di record da ex ingegneri Commodore assunti da Tramiel dopo che lasciò l'azienda da lui fondata.
Atari 520ST e Amiga 1000 (1985)
Atari 520ST e Amiga 1000 (1985)
Nel luglio 1986, visto il successo che stava riscuotendo la console Nintendo Entertainment System (NES), Tramiel si decise a commercializzare l'Atari 7800, pronta addirittura da due anni ma congelata perché reputava che il mercato delle console fosse destinato a morire; nonostante il poco supporto, questa console, insieme ad una economica nuova versione del VCS (2600 Jr.), riuscì a generare profitti per Atari.
Atari 2600 Jr. e 7800 (1986)
Atari 2600 Jr. e 7800 (1986)
Nel 1987, visto che questo standard dominava il mercato, Atari iniziò la commercializzazione di una propria linea di PC ("personal computer") IBM-compatibili dotati di microprocessore Intel 8088 e successivamente 386.
Nel settembre dello stesso anno vide la luce l'ultimo prodotto della serie 8 bit, l'XE Gaming System, in pratica un 65XE con incorporato il gioco Missile Command racchiuso nel guscio di una console dotata di una tastiera separata e di una lighgun che richiamava il medesimo accessorio per NES.
Atari PC-1 e Atari XE Gaming System (1987)
Atari PC-1 e Atari XE Gaming System (1987)
Nel settembre 1989, dopo averla acquistata da Epyx, Atari introdusse la console portatile a colori Lynx; era nettamente superiore rispetto al contemporaneo monocromatico GameBoy di Nintendo, però il prezzo quasi doppio, le dimensioni generose e la scarsa durata delle batterie, unite ad errori di marketing, ne decretarono l'insuccesso. Fa sorridere il fatto che per sviluppare software per questa console fossero necessari computer Commodore Amiga e non Atari ST; infatti i suoi progettisti erano membri del team che sviluppò l'Amiga.
Lo stesso anno fu introdotto l'Atari Portfolio (in Italia PCfolio), acquistato dalla ditta inglese DIP, il primo palmare della storia compatibile con MS-DOS.
Atari Lynx e Atari Portfolio (1989)
Atari Lynx e Atari Portfolio (1989)
Nel 1991 arrivò il Lynx II, con qualche miglioramento e un prezzo ridotto, ma ormai il mercato era dominato dal GameBoy.
A fine 1991 venne interrotta la produzione degli ormai obsoleti 8 bit, nel 1992 quella dei PC IBM-compatibili e nel 1993 quella dei 32 bit.
Nel novembre 1993 apparve l'ultimo prodotto Atari, il Jaguar, una console tecnicamente superiore a quelle della precedente generazione Sega Mega Drive (1988) e SNES (1990), però diffusissime e ricche di software, definitivamente poi affossata da Sega Saturn e Sony Playstation (1995).
Atari Lynx II (1991) e Atari Jaguar (1993)
Atari Lynx II (1991) e Atari Jaguar (1993)
Nel 1996 Atari, senza più alcun prodotto da vendere ma economicamente in attivo grazie ai proventi di alcune cause del passato, si fuse con JTS Inc., diventando JTS Corp.; nel 1998 JTS vendette il marchio Atari e le sue proprietà intellettuali ad Hasbro Interactive, dal 2001 di proprietà di Infogrames Entertainment SA, che dal 2003 ha puntato sul nome Atari nella riorganizzazione delle società sue controllate. Nel 1979, al momento del lancio dei modelli 400 e 800, le loro caratteristiche tecniche erano all'avanguardia, soprattutto in campo grafico e sonoro, grazie alla presenza di tre chip (ANTIC, CTIA e POKEY) che supportavano il microprocessore, un MOS 6502 a 1.79 MHz (1.77 MHz nei computer PAL).
Questo tipo di architettura rivoluzionaria sarà successivamente impiegato nel Commodore Amiga, un computer multimediale il cui padre, il compianto Jay Miner, aveva partecipato alla progettazione dei chip grafici Atari (e aveva creato quello della console Atari VCS).
Erano disponibili 128 colori (saliti due anni dopo a 256 con il chip GTIA) mentre i concorrenti erano monocromatici o ne avevano pochissimi (lo stesso Commodore 64, di quasi tre anni più recente, ne aveva solo 16); la risoluzione massima era di 320x192 pixel (336x240 con overscan - infatti era possibile riempire lo schermo sino ai suoi limiti estremi, caratteristica anche questa ereditata dall'Amiga).
Per la prima volta appaiono quelli che successivamente nel C64 verranno chiamati sprite, cioè oggetti grafici i cui movimenti sono indipendenti da quanto è presente sullo schermo e le cui collisioni vengono controllate automaticamente dall'hardware (sull'Atari questa caratteristica viene denominata grafica giocatore-missile, "player-missile graphics", perché erano disponibili 4 sprite più grandi che nei giochi avrebbero dovuto essere usati per i giocatori e 4 sprite più piccoli per i relativi missili). Questo dava un grande vantaggio ad Atari nell'ambito dei giochi di azione; gli altri computer, ad esempio solo per muovere un personaggio sullo schermo senza rovinare lo sfondo, dovevano far svolgere al microprocessore diversi calcoli supplementari che ovviamente lo rallentavano (non a caso in molti giochi dell'epoca lo sfondo è nero).
256 colori disponibili
256 colori disponibili
esempio di overscan
esempio di overscan
256 colori scorrono sopra il logo rimbalzante
256 colori scorrono sopra il logo rimbalzante
L'audio a quattro canali non era molto inferiore a quello generato dal famoso chip SID del C64.
I modelli introdotti successivamente, la serie XL (1983) e la serie XE (Xl Extended, 1985) come design sono completamente differenti però a livello hardware, a parte ottimizzazioni interne e alcuni dettagli (che però hanno originato qualche incompatibilità con alcuni programmi risolvibile con un apposito floppy disk chiamato "Translator"), in definitiva hanno visto solo l'introduzione di maggiori quantitativi di memoria (64 e 128 KB) e l'eliminazione di due delle quattro porte joystick.
A proposito di estetica, questi computer sono molto caratteristici: la serie 400/800 ha un design robusto (di Doug Hardy e Kevin McKinsey) che ricorda quello delle macchine da scrivere, la linea XL ha un look raffinato (di Regan Cheng), la linea XE (di Ira Velinsky) è inconfondibile, con case adottati per conferire il family feeling con gli Atari ST.
Atari 800 (1979), 800XL (1983), 130XE (1985)
Atari 800 (1979), 800XL (1983), 130XE (1985)
Ogni serie ha potuto contare su un numero molto ampio di periferiche esteticamente abbinate: disk drive, registratori, stampanti, plotter, modem ecc.
Degna di nota è la presenza del bus SIO (Serial Input Output), uno standard di comunicazione che ha molte cose in comune con l'odierno USB, al quale ha contribuito Joe Decuir, ideatore proprio del bus SIO. Su questo bus transitava anche l'audio di uno dei due canali del registratore, cosa che consentiva di ascoltare audio di qualità, anche durante i caricamenti. A parte alleviare i tempi di attesa di qualche gioco, questa caratteristica ha permesso la commercializzazione di parecchio software educativo, in particolare in ambito linguistico.
Stranamente Atari non ha mai prodotto un monitor per i suoi 8 bit (l'XC1411 per la linea XE è rimasto un prototipo). Questo è stato un problema di carattere solo estetico, considerata la presenza sul mercato di tanti monitor (e ovviamente televisioni) compatibili ma ovviamente con un design non intonato.
Non mancavano vari tipi di joystick, un paddle, una trackball, una tavoletta grafica e dei sensori per misurare la temperatura e l'intensità della luce. Sono disponibili migliaia di programmi, su nastro (agli inizi degli anni '80 le comuni musicassette erano un supporto di memorizzazione molto diffuso, economico ma lento), su cartuccia (in particolare giochi ma anche applicazioni professionali) e su floppy disk da 5.14 pollici.
La parte del leone la fanno ovviamente i videogiochi però la libreria, comprendente anche ottimi programmi professionali ed educativi, è ampia e completa.
Atari ha prodotto tanti programmi ma le più importanti software house dell'epoca non sono state da meno: Activision, Brøderbund, Datasoft, Epyx, Electronic Arts, First Star Software, Gamestar, Infocom, Lucasfilm, Microprose, Mindscape, Parker Brothers, SEGA, Sierra On-Line, Synapse Software, ecc.
Ecco alcuni giochi originariamente programmati per Atari e spesso convertiti anche per altri computer:
Star Raiders, 1979, Atari
Star Raiders, 1979,
Atari
SCRAM, 1980, Atari
SCRAM, 1980,
Atari
Caverns of Mars, 1981, Atari
Caverns of Mars, 1981,
Atari
Eastern Front 1941, 1981, Atari
Eastern Front 1941, 1981,
Atari
K-Raza Shootouts, 1981, K-Byte
K-Razy Shootouts 1941, 1981,
K-Byte
Fort Apocalypse, 1982, Synapse Software
Fort Apocalypse, 1982,
Synapse Software
Miner 2049er, 1982, Big Five Software
Miner 2049er, 1982,
Big Five Software
Necromancer, 1982, Synapse Software
Necromancer, 1982,
Synapse Software
Soccer, 1982, Thorn EMI Video
Soccer, 1982,
Thorn EMI Video
Way Out, 1982, Sirius Software
Way Out, 1982,
Sirius Software
Alley Cat, 1983, Synapse Software
Alley Cat, 1983,
Synapse Software
Archon, 1983, Electronic Arts
Archon, 1983,
Electronic Arts
Beach-Head, 1983, Access Software
Beach-Head, 1983,
Access Software
Blue Max, 1983, Synapse Software
Blue Max, 1983,
Synapse Software
Drelbs, 1983, Synapse Software
Drelbs, 1983,
Synapse Software
E.T. Phone Home!, 1983, Atari
E.T. Phone Home!,
1983, Atari
Encounter!, 1983, Synapse Software
Encounter!, 1983,
Synapse Software
Flip and Flop, 1983, First Star Software
Flip and Flop, 1983,
First Star Software
M.U.L.E., 1983, Electronic Arts
M.U.L.E., 1983,
Electronic Arts
Pharaoh's Curse, 1983, Synapse Software
Pharaoh's Curse, 1983,
Synapse Software
Pitstop, 1983, Epyx
Pitstop, 1983,
Epyx
Rainbow Walker, 1983, Synapse Software
Rainbow Walker, 1983,
Synapse Software
Rally Speedway, 1983, Adventure International
Rally Speedway, 1983,
Adventure International
Return of Heracles, 1983, Quality Software
Return of Heracles, 1983,
Quality Software
Solo Flight, 1983, Microprose
Solo Flight, 1983,
Microprose
Spelunker, 1983, Brøderbund
Spelunker, 1983,
Brøderbund
Star League Baseball, 1983, Gamestar
Star League Baseball,
1983, Gamestar
Ballblazer, 1984, Lucasfilm Games
Ballblazer, 1984,
Lucasfilm Games
Boulder Dash, 1984, First Star Software
Boulder Dash, 1984,
First Star Software
Bruce Lee, 1984, Datasoft
Bruce Lee, 1984,
Datasoft
Dropzone, 1984, Mindscape
Dropzone, 1984,
Mindscape
Montezuma's Revenge, 1984, Parker Brothers
Montezuma's Revenge,
1984, Parker Brothers
Pitstop II, 1984, Epyx
Pitstop II, 1984,
Epyx
Rescue on Fractalus!, 1984, Lucasfilm Games
Rescue on Fractalus!, 1984,
Lucasfilm Games
Seven Cities of Gold, 1984, Electronic Arts
Seven Cities of Gold, 1984,
Electronic Arts
Alternate Reality, 1985, Datasoft
Alternate Reality, 1985,
Datasoft
The Eidolon, 1985, Lucasfilm Ltd.
The Eidolon, 1985,
Lucasfilm Ltd.
Mercenary, 1985, Datasoft
Mercenary, 1985,
Datasoft
Star Raiders II, 1985, Atari
Star Raiders II, 1985,
Atari
International Karate, 1986, System 3
International Karate, 1986,
System 3
Gauntletak, 1987, Donald R. Lebeau
Gauntletak, 1987,
Donald R. Lebeau
Henry's House, 1987, Mastertronic
Herny's House, 1987,
Mastertronic
Altri famosi titoli dell'epoca programmati in contemporanea su più piattaforme oppure convertiti anche per Atari:
Choplifter!, 1982, Brøderbund
Choplifter!, 1982,
Brøderbund
The Dark Crystal, 1982, Sierra On-Line
The Dark Crystal, 1982,
Sierra On-Line
BC's Quest For Tires, 1983, Sierra On-Line
BC's Quest For Tires, 1983,
Sierra On-Line
Lode Runner, 1983, Brøderbund
Lode Runner, 1983,
Brøderbund
Dr. J and Larry Bird Go One on One, 1983, Electronic Arts
Dr. J and Larry Bird Go One on One, 1983, Electronic Arts
Strip Poker, 1983, Artworx
Strip Poker, 1983,
Artworx
Zork, 1983, Infocom
Zork, 1983,
Infocom
Colossus Chess 3.0, 1984, English Software
Colossus Chess 3.0, 1984,
English Software
The Dallas Quest, 1984, Datasoft
The Dallas Quest, 1984,
Datasoft
Decathlon, 1984, Activision
Decathlon, 1984,
Activision
Flight Simulator II, 1984, Sublogic
Flight Simulator II, 1984, Sublogic
Ghostbusters, 1984, Activision
Ghostbusters, 1984,
Activision
H.E.R.O., 1984, Activision
H.E.R.O., 1984,
Activision
The Hulk, 1984, Adventure International
The Hulk, 1984,
Adventure International
Karateka, 1984, Brøderbund
Karateka, 1984,
Brøderbund
Pitfall II, 1984, Activision
Pitfall II, 1984,
Activision
Summer Games, 1984, Epyx
Summer Games, 1984,
Epyx
Space Shuttle - A Journey Into Space, 1984, Activision
Space Shuttle, 1984,
Activision
The Goonies, 1985, Datasoft
The Goonies, 1985,
Datasoft
Kennedy Approach, 1985, Microprose
Kennedy Approach, 1985,
Microprose
The Pawn, 1985, Rainbird
The Pawn, 1985,
Rainbird
Non mancavano le conversioni di classici giochi arcade:
Deluxe Invaders, 1981, Roklan Corp.
Deluxe Invaders, 1981,
Roklan Corp.
Galaxian, 1982, Atari
Galaxian, 1982,
Atari
Donkey Kong, 1983, Atari
Donkey Kong, 1983,
Atari
Ms. Pac-Man, 1983, Atari
Ms. Pac-Man, 1983,
Atari
Mario Bros., 1988, Atari Corp.
Mario Bros., 1988,
Atari Corp.
Commando, 1989, Sculptured Software
Commando, 1989,
Sculptured Software
La produzione di computer Atari è cessata nel 1991 però continuano ad essere programmati giochi di qualità:
Castle Crisis, 2004
Castle Crisis, 2004
Beef Drop, 2005
Beef Drop, 2005
Flowers Mania, 2006
Flowers Mania, 2006
Crownland, 2007
Crownland, 2007
Yoomp!, 2007
Yoomp!, 2007
Bomb Jake, 2008
Bomb Jake, 2008
Nightshade, 2009
Nightshade, 2009
His Dark Majesty, 2010
His Dark Majesty, 2010
Marbled, 2011
Marbled, 2011
Space Harrier, 2011
Space Harrier, 2011
Ridiculous Reality, 2012
Ridiculous Reality, 2012
Assembloids XE, 2013
Assembloids XE, 2013
RGB, 2014
RGB, 2014
Dimo's Quest, 2014
Dimo's Quest, 2014
The Great Escape, 2015
The Great Escape, 2015
Atari Blast!, 2016
Atari Blast!, 2016
Dimo's Dungeon, 2016
Dimo's Dungeon, 2016
Laura, 2016
Laura, 2016
Pang, 2016
Pang, 2016
Bosconian, 2017
Bosconian, 2017
Stunt Car Racer, 2018
Stunt Car Racer, 2018
Time Pilot, 2018
Time Pilot, 2018
Total Eclipse, 2018
Total Eclipse, 2018
The Rescue Expedition
The Rescue Expedition, 2019
Biscuits in Hell, 2020
Biscuits in Hell, 2020
The Last Squadron, 2020
The Last Squadron, 2020
Raymaze 2000, 2020
Raymaze 2000, 2020
Nonostante il fatto che Atari fosse sinonimo di videogiochi, cosa che non ha agevolato la sua diffusione in ambito professionale, erano disponibili diverse ottime applicazioni, a partire dalla prima conversione del foglio elettronico VisiCalc nato per Apple II:
VisiCalc, 1980, VisiCorp
VisiCalc, 1980,
VisiCorp
AtariWriter, 1982, Atari
AtariWriter, 1982,
Atari
The Home Filing Manager, 1982, Atari
The Home Filing Manager, 1982,
Atari
Atari Artist, 1983, Atari
Atari Artist, 1983,
Atari
Music Construction Set, 1984, Electronic Arts
Music Construction Set, 1984,
Electronic Arts
The Atari Planetarium, 1984, Atari
The Atari Planetarium, 1984,
Atari
La scena demo da sempre apprezza questi computer spingendoli al limite delle loro possibilità:
Drunk Chessboard, 1996, Infinity
Drunk Chessboard, 1996,
Infinity
Numen, 2002, Taquart
Numen, 2002,
Taquart
Forsaken Love, 2004, New Generation
Forsaken Love, 2004,
New Generation
Polymatrix, 2006, Mateusz Wisniewski, Piotr Wisniewski
Polymatrix, 2006,
M. Wisniewski, P. Wisniewski
The Shrine, 2007, La Resistance
The Shrine, 2007,
La Resistance
Pure, 2008, A. Powroznik, M. Wisniewski, P. Wisniewski
Pure, 2008,
Wisniewski, Wisniewski, Powroznik
Ilusia, 2009, Madteam
Ilusia, 2009,
Madteam
Control, 2010, La Resistance
Control, 2010,
La Resistance
C-Drug, 2011, Agenda
C-Drug, 2011,
Agenda
Boogie Nights, 2012, Lamers
Boogie Nights, 2012,
Lamers
New Direction, 2013, Marek Pavlík, Zdenek Eisenhammer
New Direction, 2013,
M. Pavlík, Z. Eisenhammer
Arsantica, 2014, Desire
Arsantica, 2014,
Desire
Cyberpunk, 2014, Lamers
Cyberpunk, 2014,
Lamers
Near, 2015, Agenda
Near, 2015,
Agenda
Prozac Dream, 2016, Lamers
Prozac Dream, 2016,
Lamers
The Rocky Horror Show Demo, 2017, Filippo Santellocco
Rocky Horror Show Demo, 2017,
Filippo Santellocco
Far Away, 2019, Agenda
Far Away, 2019,
Agenda
Second Life Syndrome, 2019, Lamers
Second Life Syndrome, 2019,
Lamers
Tutti i computer del periodo disponevano del Basic, un linguaggio di programmazione ad alto livello nato nel 1963 piuttosto semplice da imparare.
Il più diffuso era il Microsoft Basic, erede dell'Altair Basic programmato da Paul Allen e Bill Gates.
Anche i dirigenti di Atari acquistarono questa versione del linguaggio ma i suoi ingegneri non riuscirono a ridurre le sue dimensioni (12KB) in modo che potesse entrare in una cartuccia da 8KB; Atari fu costretta a rivolgersi ad una ditta esterna (SMI) che creò l'Atari Basic.
Questo Basic presentava dei lati positivi, come i comandi per gestire la grafica e il suono oppure il controllo immediato della sintassi con segnalazione del punto dove si era verificato l'errore, ma non era velocissimo ed aveva alcune incompatibilità col Microsoft Basic.
In seguito uscirono molti altri Basic (compreso il Microsoft Basic), il migliore dei quali, gratuito, completamente compatibile, veloce, dotato di comandi supplementari e di compilatore, apparve nel 1985: Turbo-Basic XL di Frank Ostrowski.
Naturalmente erano disponibili tanti altri linguaggi, come Assembler, Forth, Lisp, Logo, Pascal e Pilot.
Atari Basic, 1979
Atari Basic, 1979
Atari Logo, 1983
Atari Logo, 1983
Turbo-Basic XL, 1985, Frank Ostrowski
Turbo-Basic XL, 1985,
Frank Ostrowski
Purtroppo tanti, soprattutto in Italia, influenzati dallo scarso successo ottenuto nel Belpaese, ignorano che i computer Atari 8 bit:
1) ebbero un ottimo riscontro commerciale; a tratti leader del mercato americano tra il 1980 e il 1982, vennero prodotti sino al 1991 e in totale nel mondo ne furono venduti più di cinque milioni;
2) nel lontano 1979 avevano caratteristiche tecniche (vedi sopra nella sezione Hardware) superiori alla concorrenza, come ebbe a rilevare anche Chuck Peddle dopo averli visti in anteprima (Commodore stava lavorando al tecnicamente inferiore VIC-20); non a caso gli Atari 400/800 furono realizzati dalle stesse menti che prima progettarono la console VCS e in seguito il computer Amiga.
Invece quasi tutti i testi che mi è capitato di leggere (tranne ad esempio un articolo di Luciano Costarelli pubblicato su PC Professionale di marzo 2023) omettono completamente questi due aspetti, parlano di scarso successo e si soffermano, ad esempio, sullo sfortunato 1200XL oppure sulla sconfitta nella battaglia commerciale contro il C64.
A tal proposito, nel corso degli anni ho effettuato ricerche e credo di aver individuato i motivi che portarono gli Atari ad essere scalzati dal C64.
Innanzitutto non bisogna confondere la situazione americana con quella di altri paesi, men che meno con quella italiana.
Negli USA, in sintesi, gli Atari 400/800, commercializzati nel 1979, furono ben accolti, essendo ottime macchine, offerte ad un prezzo alto ma concorrenziale rispetto a rivali come Apple II e PET, prodotte da un'azienda che non lesinava denaro nel marketing affidandosi a testimonial del calibro di Robert Ludlum (autore del romanzo The Bourne Identity) e LeRoy Gordon Cooper (astronauta della NASA). Bisogna ricordare che in quegli anni Atari Inc. era all'apice del successo e poteva contare sulle risorse e sulle collaborazioni fornite dall'impero multimediale Warner Communication, del quale faceva parte dal 1976.
Jack Tramiel e la sua Commodore, che aveva in catalogo il computer professionale PET del 1977, non rimasero a guardare e nel 1981 commercializzarono negli USA il VIC-20, macchina dalle capacità più limitate ma offerta ad un prezzo inferiore rispetto all'Atari 400. Con il VIC-20 Tramiel iniziò ad attuare la sua aggressiva strategia che con la riduzione dei prezzi puntava ad estromettere i concorrenti dal mercato (Texas Intruments fu una delle sue vittime), strategia agevolata dal fatto che Commodore poteva produrre autonomamente i circuiti integrati essendo proprietaria di MOS Technology (l'azienda produttrice del microprocessore 6502 usato da diversi computer dell'epoca). Il VIC-20 fu prodotto per pochi anni ma furono sufficienti per diventare il primo computer a raggiungere il milione di unità vendute e soprattutto per permettere a Commodore di entrare prepotentemente nel nuovo mercato dei computer domestici.
La strategia di Tramiel (famoso il suo motto "business is war") proseguì nel 1982 con il C64. La nuova macchina, nonostante fossero trascorsi due anni e mezzo, aveva pochi miglioramenti rispetto agli Atari, ma mirati: essi facilitavano la programmazione dei giochi (ad esempio gli 8 sprite multicolori, il set da 256 caratteri, la palette da soli 16 colori ma facilmente gestibili). Ma soprattutto il C64 fu venduto per due anni ad un prezzo via via sempre inferiore rispetto agli Atari (800 prima e 800XL poi). Uno spot pubblicitario di Commodore sosteneva che fosse necessario acquistare quattro Atari 800 per avere lo stesso quantitativo di memoria di un C64. Inoltre l'azienda pubblicizzò il suo nuovo prodotto massicciamente (basta sfogliare le riviste dell'epoca per rendersene conto). E Atari come reagì? Per quanto riguarda i prezzi non poté abbassarli più di tanto, essendo le sue macchine più costose da produrre. Dopo il flop del 1200XL di inizio 1983, solo con gli Atari 600/800XL di fine 1983 fu in grado di tornare a competere sul fronte dei prezzi. Poco dopo però iniziarono i problemi finanziari tanto che nel luglio del 1984 la divisione consumer venne svenduta da Warner Communications a Jack Tramiel, che aveva lasciato Commodore. Gli investimenti pubblicitari per la nuova linea XL si interruppero; ciononostante questi computer continuarono ad avere un buon successo senza però mai impensierire il C64 che a quel momento vendeva tre volte tanto.
Non fu d'aiuto il fatto che, accanto al nuovo 800XL da 64KB, ci fossero il 600XL con 16KB e centinaia di migliaia di vecchi Atari 400/800 dotati al massimo di 48KB. Atari e le software house spesso non sfruttarono i 64KB per mantenere la compatibilità con i modelli dotati di poca memoria, cosa che in certi casi comportò giochi di qualità inferiore rispetto al C64 che disponeva di 64KB.
Evidentemente il successo del C64 spinse il mercato a investire su questa piattaforma, per la quale furono prodotti un numero sempre maggiore di programmi e ad abbandonare progressivamente gli Atari, meno remunerativi.
Nel 1985 la nuova Atari Corp. di Tramiel pensò di sfruttare la carica innovativa dei suoi nuovi computer a 16 bit "vestendo" gli 8 bit con il design degli Atari ST. Nacque così la linea XE, computer sostanzialmente uguali alla linea XL, che a parte l'aspetto estetico non avevano niente in comune con gli ST (come noto questi ultimi furono realizzati a tempo record da personale ex Commodore che seguì Tramiel mentre gli 8 bit Atari furono concepiti dagli ingegneri che poi svilupparono l'Amiga). Però a livello commerciale l'operazione aveva un senso perché in questo modo Atari copriva anche la fascia bassa del mercato con una famiglia di prodotti esteticamente simili. Il modello 130XE, dotato di 128KB di memoria, aveva il pregio di costare meno dei concorrenti. Nel 1987 fu commercializzato pure un Atari 65XE con tastiera e caratteri arabi ("Atari Najm"). Lo stesso anno arrivò l'Atari XE Video Game System (XEGS), in pratica un computer travestito da console. A differenza degli Atari 400/800 del 1979, la linea XE del 1985 non aveva niente di innovativo ma, prodotta fino al 1991, consentì agli Atari 8 bit una longevità sino a metà anni novanta.
In Italia la situazione era completamente diversa.
Gli Atari 400/800 arrivarono solamente nel 1981 e non erano distribuiti da Atari bensì dall'importatore Adveico Spa di Milano (la console VCS invece da Melchioni). Apparvero anche delle pubblicità su riviste generaliste ma si trattava di prodotti per pochi. Un listino di inizio 1983 indica un prezzo di 840 mila lire per un Atari 400 con 8KB e di un milione e 800 mila lire per un Atari 800 con 48KB. Meno di un Apple IIe, per il quale bisognava sborsare 2 milioni e 239 mila lire (prezzi sempre IVA 18% esclusa) ma sempre tanti soldi.
Negli USA, dove l'informatica era un po' più popolare e le disponibilità economiche maggiori, le caratteristiche tecniche e il prezzo vantaggioso permisero agli Atari di vendere più degli Apple. In Italia questi prezzi erano fuori dalla portata delle famiglie e il VIC-20, offerto nel medesimo listino a 423 mila lire, non fece fatica a conquistare un mercato dove Commodore era presente in prima persona e investiva nella pubblicità. Anche Sinclair ZX81 (200 mila lire) e successivamente ZX Spectrum (360 mila lire in versione 16KB) e TI-99/4A (500 mila lire) poterono ritagliarsi il loro spazio.
Dopo il VIC-20 arrivò il C64, che sempre nello stesso listino aveva un prezzo di 825 mila lire (a fronte come detto del milione e 800 mila lire necessari per un Atari 800). Oltre al prezzo vantaggioso queste macchine a partire dal 1984 potevano contare su un enorme parco software praticamente gratuito; infatti nelle edicole venivano vendute alla luce del sole cassette con ottimi programmi piratati. Inoltre VIC e 64 erano presenti su tutte le riviste di informatica e videogiochi dell'epoca e vennero pubblicati diversi libri.
E gli Atari? Come scritto i 400/800 costavano molto, un problema che emerse anche negli USA quando si trattò di fronteggiare l'arrivo del C64, ma in quel caso c'era il vantaggio di poter contare su una base di circa un milione di utenti. In Italia invece nell'annuario della rivista Videogiochi del gennaio 1984 i computer Atari non erano nemmeno menzionati. È solo con l'arrivo della linea XL a metà 1984 e con lo sbarco ufficiale di Atari (maggio 1983 Atari International - Italy, sostituita a fine anno da Atari Italia Spa) che fu possibile proporre al pubblico dei prodotti ad un prezzo concorrenziale (l'Atari 800XL costava più o meno quanto un Commodore 64). Il mercato italiano però era ormai indirizzato verso altre macchine, come evidenziato dalla copertina della famosa rivista di listati Paper Soft, che non includerà mai gli Atari.
Paper Soft giugno 1984
Paper Soft giugno 1984
A fine 1984 il prezzo dell'800XL fu abbassato e nel 1985 venne lanciata una buona campagna pubblicitaria. Però la commercializzazione tardiva di questo computer non più tecnologicamente avanzato come invece lo era stato nel periodo 1979-1982 l'Atari 800 (i cui progettisti si ripresero la leadership nel 1985 con l'Amiga), il poco e costoso software disponibile in Italia e la scarsità di pubblicazioni (nelle riviste italiane dell'epoca ci sono diverse proteste da parte dei lettori), non permisero agli Atari 8 bit di essere tra i protagonisti come negli USA. Comunque, anche se in misura enormemente inferiore a quelli degli 8 bit Commodore, anche in Italia ci sono diversi appassionati.
In conclusione, una storia dell'informatica veritiera (e non dalla parte dei vincitori), non può non considerare che tecnicamente gli Atari 400/800 nel 1979 furono una pietra miliare e deve riconoscere che gli Atari 8 bit globalmente sono stati computer di successo, come dimostrato dai circa cinque milioni di esemplari venduti (e, indirettamente, dalla vivacità dell'attuale scena mondiale, che ogni anno sforna centinaia di giochi e demo).