ATARI 8-bit computers Italia

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COMPUTER ATARI 8-BIT

La console Atari VCS non era ancora stata commercializzata quando ad inizio 1977 i suoi progettisti, incoraggiati da Nolan Bushnell, iniziarono a pensare ad una macchina che potesse sostituirla, visto che si prevedeva che avrebbe avuto un vita di soli tre anni. Steve Mayer e Ron Milner del centro di ricerca e sviluppo Atari Grass Valley sperimentarono nuove modalità di visualizzazione di immagini e Jay Miner e Joe Decuir lavorarono per aggiungere al chip TIA la possibilità di avere set di caratteri. Il 9 agosto Atari diede il via al progetto "Colleen", capeggiato da Miner, che prevedeva la realizzazione di due computer, uno più semplice destinato al divertimento ("Candy") e un altro con tastiera ed espandibile per scopi professionali ("Colleen"). Oltre a George McLeod, Doug Neubauer, Howard Bornstein e Bill Wilkinson, vi lavorarono quattro programmatori VCS - Alan Miller, David Crane, Larry Kaplan e Bob Whitehead - che per un periodo di otto mesi furono distolti dallo sviluppo di giochi (e successivamente nel 1979 fondarono Activision assieme a Jim Levy, CEO che si occupò dell'azienda lasciandoli liberi di dedicarsi alla programmazione).

Come detto, l'idea iniziale era quella di sostituire il VCS ma, anche tenuto conto del fatto che il suo successo cresceva, venne accantonata; Candy, pur se più economico di Colleen, rimaneva comunque un costoso home computer e non una console. In retrospettiva, probabilmente Atari avrebbe dovuto pensare anche ad una nuova console, magari compatibile con il VCS; la questione della retrocompatibilità delle nuove macchine fu discussa ma poi venne deciso che non ne rappresentasse un requisito. Atari diede un successore alla console 2600 solo nel 1982 con l'Atari 5200, ma oltre al ritardo la nuova console aveva gravi mancanze, in primis l'incompatibilità con le cartucce degli Atari 400/800 (nonostante ne condividesse l'hardware) e controller proprietari delicati e scomodi.
Il 28 novembre 1978 Warner Communication annunciò che Atari sarebbe entrata nel mercato dei personal home computer con gli Atari 400 e 800 Personal Computer Systems, svelati poi il 14 dicembre in una conferenza stampa a New York e presentati al Winter Consumer Electronic Show di Las Vegas (6-9 gennaio 1979). L'Atari 400, così denominato perché doveva avere 4KB di RAM ma commercializzato con 8KB (poi saliti a 16KB), era dotato di una tastiera in membrana, introdotta per giocare a Star Raiders e utile per impratichirsi con la programmazione) e sarebbe dovuto costare circa 500 dollari; l'Atari 800, sempre con 8KB di memoria (poi saliti a 16KB e infine a 48KB), avrebbe avuto un prezzo di circa 1.000 dollari. Le due macchine iniziarono ad essere commercializzata nel mese di novembre al prezzo di 549.99 dollari (equivalenti a 2.222 dollari nel 2023) e di 999.99 dollari (4.037 dollari).

Atari 800 (brochure 1980)
fonte: Atarimania

Atari 400 (brochure 1980)
fonte: Atarimania

Nel novembre del 1979 Miner e Decuir avevano già lasciato Atari (rispettivamente a gennaio e a giugno) per dedicarsi ad altre sfide. Nell'autunno del 1982 torneranno ad occuparsi di console e computer per quello che diventerà l'Amiga. Decuir ne aveva abbozzato le caratteristiche l'ultimo giorno di lavoro in Atari: doveva essere un "high power entertainment computer" con processore a 16 bit Zilog Z8000 o Motorola 68000 e chip video TIA3. Ma questa è un'altra storia...

Progetto di Joe Decuir di successore degli Atari 400/800
fonte: Archive

Nel 1979 le caratteristiche tecniche degli Atari 8-bit erano all'avanguardia, soprattutto in campo grafico e sonoro, grazie alla presenza di tre chip (ANTIC - Alpha-Numeric Television Interface Controller, CTIA - Color Television Interface Adaptor e POKEY - POt KEYboard Integrated Circuit) che supportavano il microprocessore MOS 6502 a 1.79 MHz (1.77 MHz nei computer PAL).
Questo tipo di architettura innovativa sarà successivamente impiegato nel Commodore Amiga di Jay Miner, che non solo fu il leader del progetto dei computer Atari ma partecipò direttamente allo sviluppo dei loro chip grafici (e in precedenza creò quello della console Atari VCS).
Erano disponibili 128 colori (saliti due anni dopo a 256 con il chip GTIA - Graphics Television Interface Adaptor) mentre i concorrenti erano monocromatici o ne avevano pochissimi (lo stesso Commodore 64, di quasi tre anni più recente, ne aveva solo 16); la risoluzione massima era di 320x192 pixel (336x240 con overscan - infatti era possibile riempire lo schermo sino ai suoi limiti estremi, caratteristica anche questa poi ereditata dall'Amiga).

256 colori e overscan verticale

full overscan su hardware reale

pixelart 23 colori e full overscan

mia conversione da 88 colori

Per la prima volta su un home computer (in contemporanea col Texas Instruments TI-99/4) appaiono gli sprite, cioè oggetti grafici i cui movimenti sono indipendenti da quanto è presente sullo schermo e le cui collisioni vengono controllate automaticamente dall'hardware. Questa caratteristica viene denominata grafica giocatore-missile, "player-missile graphics", perché erano disponibili 4 sprite più grandi che nei giochi avrebbero dovuto essere usati per i giocatori e 4 sprite più piccoli per i relativi missili; ereditati dalla console VCS, gli sprite fornivano un grande vantaggio per i giochi; gli altri computer, per muovere un personaggio sullo schermo senza rovinare lo sfondo, dovevano far svolgere al microprocessore diversi calcoli supplementari che ovviamente lo rallentavano (non a caso in molti giochi dell'epoca lo sfondo è nero).

Il chip POKEY di Doug Neubauer (sviluppatore anche di Star Raiders), oltre a garantire il funzionamento di tastiera e paddle, offriva quattro canali audio audio. Successivamente fu impiegato anche in diversi arcade Atari, che ne usarono anche 2 o 4 per aumentare il numero di voci. Oggi il doppio POKEY è uno degli upgrade più apprezzati dei computer Atari perché permette di godere dell'audio stereo in diversi giochi e molti tune e demo. Il POKEY era inferiore ma non di molto rispetto al più recente chip SID del C64; però per la generazione di effetti sonori (ad esempio esplosioni) si dimostra più efficace.

Un aspetto che i progettisti curarono molto fu quello di renderli adatti ad un pubblico inesperto. Lo slot per le cartucce era protetto da uno sportello che all'apertura toglieva l'alimentazione per evitare danneggiamenti. La tastiera a membrana dell'Atari 400 era a prova di gelato, vedi inizio di questo video per venditori.

Nel 1983 e nel 1985 furono introdotte le serie XL e XE, che permisero a questi computer di tornare a essere competitivi sul fronte dei prezzi e di essere commercializzati sino ai primi anni novanta. Esteticamente erano molto diversi rispetto agli originali 400/800 ma le specifiche tecniche rimanevano sostanzialmente immutate. Il BASIC fu incorporato, ci furono delle modifiche al sistema operativo (che causarono incompatibilità risolvibili con un floppy disk denominato "Translator"), vennero introdotti maggiori quantitativi di memoria, porte di espansione e caratteri internazionali, le porte joystick furono ridotte da quattro a due.
Nel 1987 arrivò l'XE Video Game System, in pratica un 65XE con incorporato il gioco Missile Command racchiuso nel guscio di una console dotata di una tastiera separata e di una lighgun che richiamava il medesimo accessorio per NES.

Atari 800XL (scheda tecnica 1983)
fonte: Atarimania

Atari 65XE e 130XE (brochure 1987)
fonte: Atarimania

A proposito di aspetto estetico, gli Atari 8-bit sono molto particolari: la serie 400/800 ha un design robusto (creato da Doug Hardy e Kevin McKinsey) che ricorda quello delle macchine da scrivere, la linea XL ha un look raffinato (di Regan Cheng), la linea XE (di Ira Velinsky) è inconfondibile, con case adottati per conferire il family feeling con gli Atari ST.

Di seguito una tabella con le caratteristiche dei vari modelli commercializzati. L'autore delle belle pixelart è Paul Kostrzewa, io ho solo apportato qualche lieve modifica.

scorrere la tabella orizzontalmente con il dito o con la barra in fondo
Modello Atari 400 Atari 800 Atari 1200XL Atari 600XL Atari 800XL Atari 130XE Atari 65XE Atari 800XE Atari XE Gaming System
Disponibilità USA novembre 1979 novembre 1979 marzo 1983 fine 1983 fine 1983 marzo 1985 marzo 1986 (Canada luglio 1985) non venduto negli USA, da marzo 1987 in alcuni Paesi europei ottobre 1987
Disponibilità Italia ottobre 1981 ottobre 1981 giugno 1984 giugno 1984 maggio 1985 ottobre 1987
CPU 6502B 1,79 MHz NTSC, 6502 SALLY 1,77 MHz PAL 6502B 1,79 MHz NTSC, 6502 SALLY 1,77 MHz PAL 6502 SALLY 1,79 MHz NTSC, 1,77 MHz PAL 6502 SALLY 1,79 MHz NTSC, 1,77 MHz PAL 6502 SALLY 1,79 MHz NTSC, 1,77 MHz PAL 6502 SALLY 1,79 MHz NTSC, 1,77 MHz PAL 6502 SALLY 1,79 MHz NTSC, 1,77 MHz PAL 6502 SALLY 1,79 MHz NTSC, 1,77 MHz PAL 6502 SALLY 1,79 MHz NTSC, 1,77 MHz PAL
Coprocessori ANTIC, CTIA (GTIA fine 1981), POKEY ANTIC, CTIA (GTIA fine 1981), POKEY ANTIC, GTIA, POKEY ANTIC, GTIA, POKEY ANTIC, GTIA, POKEY ANTIC, GTIA, POKEY, FREDDY ANTIC, GTIA, POKEY, FREDDY ANTIC, GTIA, POKEY, FREDDY
ROM 10KB 10KB 16KB 24KB 24KB 24KB 24KB 24KB 24KB
RAM inizialmente 8KB poi 16KB inizialmente 8KB poi 48KB 64KB 16KB 64KB 128KB 64KB 64KB 64KB
Slot cartucce 1 2 1 1 1 1 1 1 1
Porte joystick 4 4 2 2 2 2 2 2 2
Porta seriale SIO (Serial Input Output) SIO (Serial Input Output) SIO (Serial Input Output) SIO (Serial Input Output) SIO (Serial Input Output) SIO (Serial Input Output) SIO (Serial Input Output) SIO (Serial Input Output) SIO (Serial Input Output)
Uscite video RF RF, videocomposito, s-video RF, videocomposito RF, videocomposito RF, videocomposito RF, videocomposito, s-video RF, videocomposito, s-video RF, videocomposito, s-video videocomposito
Espandibilità Parallel Bus Interface (PBI) Parallel Bus Interface (PBI) Parallel Bus Interface (PBI) Enhanced Cartridge Interface (ECI) Enhanced Cartridge Interface (ECI), dal 1986 Enhanced Cartridge Interface (ECI)
Grafica 5 modi testuali (max 40x24 caratteri) e 11 modi grafici (max 320x192 pixel, 336x240 con overscan) 5 modi testuali (max 40x24 caratteri) e 11 modi grafici (max 320x192 pixel, 336x240 con overscan) 5 modi testuali (max 40x24 caratteri) e 11 modi grafici (max 320x192 pixel, 336x240 con overscan) 5 modi testuali (max 40x24 caratteri) e 11 modi grafici (max 320x192 pixel, 336x240 con overscan) 5 modi testuali (max 40x24 caratteri) e 11 modi grafici (max 320x192 pixel, 336x240 con overscan) 5 modi testuali (max 40x24 caratteri) e 11 modi grafici (max 320x192 pixel, 336x240 con overscan) 5 modi testuali (max 40x24 caratteri) e 11 modi grafici (max 320x192 pixel, 336x240 con overscan) 5 modi testuali (max 40x24 caratteri) e 11 modi grafici (max 320x192 pixel, 336x240 con overscan) 5 modi testuali (max 40x24 caratteri) e 11 modi grafici (max 320x192 pixel, 336x240 con overscan)
Palette 128 colori (256 a fine 1981) 128 colori (256 a fine 1981) 256 colori 256 colori 256 colori 256 colori 256 colori 256 colori 256 colori
Suono 4 canali, 3,5 ottave 4 canali, 3,5 ottave 4 canali, 3,5 ottave 4 canali, 3,5 ottave 4 canali, 3,5 ottave 4 canali, 3,5 ottave 4 canali, 3,5 ottave 4 canali, 3,5 ottave 4 canali, 3,5 ottave
BASIC su cartuccia su cartuccia su cartuccia Atari BASIC rev. B/C Atari BASIC rev. B/C Atari BASIC rev. C Atari BASIC rev. C Atari BASIC rev. C Atari BASIC rev. C
Dimensioni (LxPxA) e peso 34,29 × 29,21 × 10,16 cm, 2.608 g 40,64 × 31,75 × 11,43 cm, 4.422 g 38 × 31,7 x 6,9 cm, 2.640 g (dati non ufficiali) 38 × 17 x 6 cm, 1.665 g (dati non ufficiali da me rilevati) 38 × 22,2 × 6 cm, 2.009 g (dati non ufficiali da me rilevati) 34,8 x 23,5 x 6,2 cm, 1.836 g (dati non ufficiali) 34,8 x 23,5 x 6,2 cm, 1.836 g (dati non ufficiali da me rilevati) 34,8 x 23,5 x 6,2 cm, 1.836 g (dati non ufficiali) 32,8 x 20,8 x 6,1 cm, 1.364 g (base) 35,2 x15,6 x 4,8 cm, 897 g (tastiera) (dati non ufficiali da me rilevati)
Prezzo di lancio USA $ 549,99 (2023: circa $ 2.200) $ 999,99 (2023: $ 4.000) $ 899,99 (2023: $ 2.800) $ 199 (2023: $ 600) $ 299 (2023: $ 900) $ 149,95 (2023: $ 420) $ 99,95 (2023: $ 280) $ 199 (2023: $ 530)
Prezzo Italia circa un milione di lire i.e. (fine 1981), 840.000 lire (inizio 1983) circa due milioni di lire i.e. (fine 1981), 1.800.000 lire (inizio 1983) 149.000 lire i.e. (maggio 1985) circa 700.000 lire (luglio 1984), 385.000 lire i.i. (fine 1984), 299.000 lire i.e. (febbraio 1985), 267.000 lire i.e. (gennaio 1987) 380.000 lire i.e. (maggio 1985), 295.000 lire (gennaio 1987), 259.000 lire (settembre 1987) 320.000 lire i.e. (con registratore, ottobre 1987), 249.000 lire i.e. (gennaio 1988)

Come si vede nella tabella i modelli prodotti furono tanti ma altrettanti furono quelli che non videro la luce. Gli Atari 1400XL e 1450XLD, il primo dotato di sintesi vocale e modem, il secondo anche di un veloce disk drive da 254KB, presentati il 5 giugno 1983 al Summer Consumer Electronics Show e reclamizzati in alcune brochure, furono vicini alla commercializzazione; congelati dal nuovo amministratore delegato James Morgan, vennero poi abbandonati (nel 1983 il primo, nel 1984 il secondo dopo essere stato rivisto e presentato al Summer CES). Ne esistono solo alcuni prototipi. Nel 2011 degli appassionati sono riusciti a popolare schede madri 1450 inutilizzate riportandole in vita.

Atari 1400XL (catalogo giugno 1983)
fonte: Archive

Atari 1450XLD (catalogo giugno 1983)
fonte: Archive

Nel 1983 Atari lavorò anche al 1600XL e al 1650XLD, computer con doppio processore 6502 e 80186 e disk drive rispettivamente da 5,14 e 3,5 pollici, che avrebbero garantito la compatibilità con gli emergenti PC IBM; di queste macchine esistono solo dei prototipi. In quegli anni i progetti di nuovi computer in seno ad Atari erano molti: c'erano il chipset Rainbow (composto da Silver, Gold e AMY), i progetti Sierra, GUMP (non dal libro Forrest Gump che doveva ancora essere pubblicato, ma dal nome di un personaggio del libro Il meraviglioso mondo di Oz), OMNI, GAZA (cancellato da Warner nell'aprile del 1984 perché poco orientato ai videogiochi) e Mickey (nome della moglie del team leader Tom Hogg, primo programmatore assunto da Atari nel 1975); quest'ultimo progetto si sarebbe dovuto concretizzare con l'Atari 1850XLD, un computer dotato di processore Motorola 68000 e del chipset Lorraine, poi soffiato da Commodore per il suo Amiga 1000.
La linea XE avrebbe dovuto essere arricchita dagli Atari 65XEM e 65XEP, il primo un 65XE dotato del chip audio AMY, il secondo un portatile con schermo da 5 pollici a fosfori verdi e disk drive da 3,5 pollici. AMY era un performante sintetizzatore a otto voci in sviluppo dal 1983 (fu mostrato pure a Michael Jackson) che la nuova Atari Corp. voleva usare negli Atari 65XEM e adottare per gli Atari ST. I piani non si concretizzarono, l'Atari 65XEM non fu commercializzato e gli Atari ST furono dotati del già pianificato mediocre Yamaha YM2149F. Quanto all'Atari 65XEP, un prototipo non funzionante venne mostrato nel gennaio 1985 al Winter CES e poi in altre fiere; per fortuna questo prototipo è stato conservato.

Atari 65XEP (foto 2022)
fonte: Don Rogers (immagine da me ritoccata)

Le tre linee hanno potuto contare su un numero molto ampio di periferiche esteticamente abbinate: disk drive, registratori, stampanti, plotter, modem ecc.
Esse comunicavano con il computer tramite cavi SIO (Serial Input Output). Questo standard, ideato da Scott Schieman e altri, è il progenitore dell'odierno USB, come stabilito in tribunale quando fu respinta un'azione legale per violazione di brevetti; inoltre ad entrambi gli standard lavorò Joe Decuir, che dell'USB 2.0 detiene pure un brevetto. Su questo cavo transitava anche l'audio di uno dei due canali del registratore, cosa che consentiva di ascoltare audio di qualità, anche durante i caricamenti, controllati dal computer. A parte alleviare i tempi di attesa di qualche gioco, questa caratteristica ha permesso la commercializzazione di parecchio software educativo, in particolare in ambito linguistico (vedi ad esempio cassette Invito a programmare).
I disk drive avevano l'autoboot, che permetteva il caricamento automatico dei programmi senza la necessità di scrivere il classico LOAD.

Stranamente Atari non ha mai prodotto un monitor per i suoi 8-bit (l'XC1411 per la linea XE è rimasto un prototipo). Questo è stato un problema di carattere solo estetico, considerata la presenza sul mercato di tanti monitor (e ovviamente televisioni) compatibili ma ovviamente con un design non intonato.
Però non mancavano joystick, gamepad, paddle, trackball, lightgun, lightpen, tavoletta grafica e sensori per misurare temperatura e intensità della luce (AtariLab).

© 2008-2024 Filippo Santellocco